Brandada de bacalao
Questa è la mia ricetta della brandada falsa, è la prima cosa che ho imparato e quanto mi piace! ma facendo ricerca su questa ricetta ho concluso che non avevo la minima idea di cosa fosse una brandada! Qui lascio la mia ricetta, e se volete saperne di più sul perché è falsa potete leggerlo più in basso. Oggi mi sono ripromessa di fare un altro articolo con la "versione originale", nella quale si lavora con un mortaio emulsionando la brandada proprio come in un allioli.
Riceta facile
Tempo di preparazione 15 minuti senza patata.
Antipasto
Quattro persone
Ingredienti
400g di baccalà o merluzzo dissalato
3 spicchi d'aglio
100ml latte
Olio d'oliva
Sale e pepe
Preparazione
1- Tritare l’aglio e soffriggere con olio d'oliva
2- Rimuovere l'aglio dall'olio e cuocere il merluzzo nello stesso olio
3 - Togliere il merluzzo e sminuzzare un po' per assicurarsi che non vi siano spine.
4 - Mettere tutti gli ingredienti e frullare fino a ottenere una consistenza liscia
5 – La brandada è pronta per essere servita
Ma è piú buona spalmata sul pane e messa in forno 5 minuti
Nota storica...
La brandada è un piatto comune nella zona della Catalogna, in Liguria in Italia e nel sud della Francia, da dove si pensa sia originaria. In quest’ultimo paese si chiama Brandade de Nimes, in quanto si ritiene che sia nata in quella specifica città, il nome proverrebbe dal provenzale in cui la parola Brander significa mescolare.
La brandada è descritta in scritti culinari del XVIII secolo, la sua vera origine è sconosciuta, ma si trattava di un famoso chef di Durand che l’ha resa popolare.
Per la prima volta si cita questo piatto nell’ Encyclopédie Méthodique del 1788. In essa si spiega la ricetta, sebbene si utilizzi il nasello e non il merluzzo, e non si amalgama in un mortaio, ma in una padella. Il nasello viene tagliato in pezzi e fritto con aglio tritato (nello stesso modo in cui si deve mescolare o sbattere il merluzzo) in una padella aggiungendo l’olio poco a poco, con grande forza braccio fino a creare una pasta omogenea. Un’altra raccolta storica che si ha della brandada risale al 1892 nel Dictionnaire Géographique et administratif de la France, in cui si menziona “La storiella racconta che una nimoisina ebbe l’idea di macinare la carne di merluzzo in un mortaio di pietra, e di mescolarla con dell’olio profumato…”